Il progetto Aralt ha preso il via e con esso il recupero naturalistico del “Bus dele Besteme”
Dopo aver avuto in comodato d’uso l’area lungo l’Aralt a Francenigo (area di fronte al distributore), abbiamo estirpato i rovi e mantenuto quest’area libera dalle infestanti, grazie al lavoro periodico dei volontari.
Ad agosto di quest’anno sono iniziati i lavori che si concluderanno a Gennaio 2012, dopo la messa a dimore delle piante.
Domenica 2 Ottobre, con l’intervento di alcuni soci e simpatizzanti, abbiamo provveduto ad eseguire la pulizia dell’alveo del fiume (Le foto le potete vedere qui a fianco), provvedendo al recupero di rifiuti di tutti i tipi che sono stati differenziati ed avviati allo smaltimento o recupero.
Abbiamo eseguito anche un sopraluogo fino alla confluenza dell’Aralt con la Livenza, rendendoci conto che c’erano degli ostacoli al normale deflusso dell’acqua, in particolare un grosso tronco, inclinatosi dalla riva, si era appoggiato sul greto del fiume trattenendo numerosi rifiuti.
Si era deciso di organizzare nel corso dell’inverno un’altra giornata di lavoro per rimuovere queste ostruzioni.
Ma un nostro socio ha deciso di dedicare due dei suoi giorni liberi a questo intervento di pulizia, facendo da solo un lavoro che ha dello stupefacente.
Tramite una serie di email e una piccola galleria fotografica ci ha spiegato e documentato quale era la situazione, il lavoro eseguito e quello che c’è ancora da fare:
Lasciamo a lui la parola.
Email del 18/10/2011
Caro Renzo,
come concordato con Gilberto tra ieri e oggi (complice il bel tempo, il Livenza in secca, e 2 giorni di ferie) ho provveduto ad esegure la pulizia della foce dell’ARALT.
Attraverso una serie di mail ti allego documentazione fotografica.
In questa prima, il punto di vista si trova sulla sponda sinistra, entrambe le immagini sono state scattate dallo stesso punto a distanza di 24 ore la prima dalla seconda.
Buona visione.
Guglielmo.
PRIMA | DOPO | |
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Email del 19/10/2011
In questa seconda serie di immagini, sempre scattate direttamente sul greto del torrente dallo stesso punto a 24 ore di distanza, appare evidente, nella prima, il degrado ambientale .
Un grosso tronco ostruisce il deflusso trattenendo rifiuti d’ogni sorta.
La navigazione risulta impossibile con qualsiasi imbarcazione.
L’intervento restituisce valore paesaggistico ad un angolo suggestivo meritevole di maggiore tutela dalla aggressione antropica caratterizzata da indifferenza e disprezzo.
La rimozione di rovi ed erbacce sulla sponda ha messo a nudo numerosi insetti e al tramonto, attratto da tanta abbondanza è giunta la visita gradita di un pettirosso per nulla intimorito dal fracasso della motosega.
Il mattino seguente si è ripresentato con breve comparsa per cogliere copioso bottino.
PRIMA {limage}3_G_Aralt.jpg{/limage} |
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DOPO {limage}4_G_Aralt.jpg{/limage} |
Email del 20/10/2011
Caro Renzo,
con la presente vado a concludere la serie di mail con le quali,nella certezza di averti tediato, ho inteso documentarti sulle operazioni di pulizia della foce dell’Aralt.
Avendo percorso a piedi il greto del torrente, dalla foce all’imbarcadero, ho avuto modo di riscontrare la grave situazione di degrado in cui versa il corso d’acqua.
Il fondo, ma anche le sponde, pullula di "scovazze d’ogni sorta.
Inoltre si sono formati alcuni agglomerati del volume di circa 1 mc costituiti da fango mescolato a ramaglie e rifiuti urbani.
Nei periodi di magra, come in questi giorni, i cumuli rendono il transito delle canoe difficoltoso se non impossibile.
Avendo sperimentato di persona la possibilità di ottenere una soddisfacente situazione di recupero ambientale, ho ragione di ritenere che, con un po’ di sacrificio ma soprattutto con una buona programmazione e coinvolgimento di volontari, l’intero tratto, dalla foce all’imbarcadero, possa essere recuperato e restituito all’antico splendore per essere così messo a disposizione di un uso corretto e rispettoso del corso d’acqua.
La stessa vegetazione ripariale non necessità di particolari interventi professionali, men che meno di interventi invasivi con mezzi pesanti, ma semplicemente di decespugliatore, motosega e tuttalpiù un piccolo verricello.
L’opera che si va costruendo non può prescindere dal recupero ambientale del tratto di corso d’acqua che arriva alla foce, diversamente non avrebbe senso realizzarla.
Le foto qui allegate documentano i rifiuti urbani da me recuperati in prossimità della foce ma anche la piacevole scoperta (estirpati rovi ad altre infestanti, con una oculata azione di decespugliatura), della presenza di piantine di noce e quercia nate grazie all’abbandono casuale ad opera delle numerose e garrule ghiandaie che popolano la ricca vegetazione arborea ripariale.
A conclusione del lavoro, allo scopo di migliorare il colpo d’occhio dalla strada sull’area dei lavori in corso, ho dato una pulitina anche alla sponda sx di fronte all’imbarcadero.
In attesa di rivederti per la prossima avventura in Cansiglio ti saluto cordialmente,
Guglielmo.
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