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I beni comuni emergono nelle lotte contro la privatizzazione, ossia la sottrazione di spazi e il diniego dell’accesso a luoghi comuni (fisici o simbolici) che alcuni detentori di potere concentrato perpetrano nei confronti di tutti gli altri. A partire da essi si è sviluppato un insieme di idee che si sono tradotte in azione politica. L’espressione «benicomunismo» inaugurata dispregiativamente da qualcuno, è stata invece adottata con orgoglio ed è evocativa di una teoria che in nome dei beni comuni articola una critica radicale al modello neoliberale. La critica teorica benicomunista si articola tanto contro il settore privato quanto contro il settore pubblico e vuole ridurre a unità teorica le varie prassi di lotta che hanno come obiettivo la difesa dei beni comuni. Questo volume fa il punto sullo stato della teoria e replica alle obiezioni e critiche sollevate in questi anni.
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